Intervista al Ministro della Salute, Orazio Schillaci: “Con il Covid calo degli screening”
Ministro Orazio Schillaci, il 4 febbraio si è celebrata la giornata mondiale contro il cancro. Quali sono i principali strumenti a nostra disposizione per lottare contro questa malattia, diminuendone l’incidenza?
Prevenzione è la parola chiave intorno alla quale ruota l’attività del Ministero della Salute nella lotta al cancro. Accanto alla medicina e alla ricerca scientifica, che negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, la prevenzione dei tumori rimane imprescindibile ed è centrale nel Piano nazionale Oncologico, che abbiamo approvato di recente, finanziato con 50 milioni di euro.
Come evidenziato dai dati 2022 dell’Aiom, il biennio del Covid ha determinato una battuta d’arresto nella lotta contro il cancro, perché? E in che modo si può invertire questo trend?
La gestione dell’emergenza sanitaria ha determinato purtroppo un rallentamento dell’offerta dei programmi di screening organizzati e ciò ha significato mancate diagnosi che rischiano di aumentare l’incidenza e la gravità delle malattie neoplastiche. Si sono accumulati ritardi e liste d’attesa da smaltire.
È stato un biennio difficile ma i dati dell’ultimo rapporto Aiom dicono che siamo tornati ai livelli prepandemia per gli screening oncologici ed è ripreso l’aumento degli interventi chirurgici. Però non dobbiamo abbassare la guardia, perché oltre la metà degli inviti di adesione agli screening resta ancora senza risposta ed è importante invece che le persone aderiscano e facciano prevenzione. Per questo siamo impegnati con una forte campagna di comunicazione sugli screening oncologici e sui corretti stili di vita, che abbiamo lanciato da Sanremo, e allo stesso tempo a investire per abbattere le liste d’attesa.
In quest’ottica: qual è l’importanza della cosiddetta “prevenzione primaria”, agendo in particolare sugli stili di vita, e quale quella dei programmi di screening?
La maggior parte dei tumori è prevenibile attraverso stili di vita sani e corretti. Fumo, alcol, alimentazione scorretta, sedentarietà: bisogna agire su questi fattori di rischio incentivando comportamenti salutari. Per questo è fondamentale continuare a informare e sensibilizzare le persone, a cominciare dai più giovani, sin dalle scuole elementari.
Vogliamo portare la cultura della prevenzione e degli stili di vita sani nei programmi didattici delle scuole primarie e secondarie. Per quanto riguarda i programmi di screening, come ho già sottolineato, sono essenziali per intercettare tempestivamente la malattia; una diagnosi precoce può evitare l’aggravarsi della patologia e consente di intervenire con trattamenti adeguati. Aderire agli screening è davvero importante.
In che modo la prevenzione può contribuire alla sostenibilità del Ssn?
Più prevenzione significa meno malati in futuro e, quindi, meno costi sanitari, dunque maggiore sostenibilità per il Servizio Sanitario Nazionale.
Il Ssn deve fronteggiare importanti sfide di lungo periodo, tra cui l’invecchiamento della popolazione, tema che interessa anche i principali partner europei, che tuttavia mostrano una maggiore presenza di sanità integrativa, fondamentale per diminuire il più possibile la componente di spesa out of pocket tra la popolazione. Quale ritiene debba essere la strada da intraprendere su questo fronte?
Il Servizio Sanitario Nazionale, istituito dalla Legge 833/1978 proprio per superare le disuguaglianze generate dal precedente sistema mutualistico, si basa sull’universalità e sull’unitarietà dei livelli di assistenza su tutto il territorio nazionale, sull’equità d’accesso ai servizi per tutti i cittadini e sulla solidarietà, con fiscalità generale attuata secondo i criteri di equità e proporzionalità.
Parallelamente a questo sistema, negli ultimi anni si è rilevata una costante crescita della spesa out of pocket da parte dei cittadini, anche in riferimento all’aumentata aspettativa di vita che ha determinato una ridistribuzione demografica della popolazione, con conseguente maggior onere sociale, sanitario e assistenziale per gli anziani. Per far fronte agli effetti dell’invecchiamento della popolazione e continuare a garantire la qualità e l’universalità dei servizi da parte del Ssn, si stanno implementando azioni volte al miglioramento e alla razionalizzazione della spesa: si sta consolidando e rafforzando il monitoraggio delle prestazioni erogate dalle Regioni, si stanno supportando le Regioni in piano di rientro e si sta realizzando il Sistema Tessera Sanitaria che permette di monitorare la spesa sanitaria e di verificare l’appropriatezza prescrittiva.
In questo contesto qual è il ruolo degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e quali percorsi state prevedendo per la sanità integrativa?
Sono finalizzati all’ammodernamento del Ssn e al potenziamento della rete di assistenza sanitaria territoriale prevedendo una maggiore capillarità dei servizi sanitari disponibili sul territorio, un aggiornamento delle strutture tecnologiche disponibili e un potenziamento della digitalizzazione del Ssn per migliorare la capacità di erogazione dei servizi sanitari e del relativo monitoraggio.
Al contempo, si sta indirizzando la sanità integrativa a divenire sempre più complementare, aggiuntiva rispetto a quanto garantito dal Ssn, soprattutto sulla long term care, sia nell’ambito della prevenzione, sia in quello dell’assistenza e della presa in carico delle persone fragili e non autosufficienti, dei caregiver e delle famiglie, come previsto dalla legge 118/2022 (Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021) che modifica l’ambito di applicazione dei fondi sanitari integrativi, precisando che possono erogare anche “prestazioni di prevenzione primaria e secondaria”, “prestazioni di long term care”, “prestazioni sociali finalizzate al soddisfacimento dei bisogni del paziente cronico”, purché siano attività integrative, quindi non a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Qual è l’obiettivo dell’istituzione, presso il Ministero della Salute, di un Osservatorio dei fondi sanitari integrativi?
Ha finalità di studio e ricerca sul complesso delle attività delle forme di assistenza complementare e sulle relative modalità di funzionamento, ai fini dell’implementazione della governance istituzionale del settore, nonché dell’aggiornamento periodico della normativa, nel rispetto dei principi di universalità, uguaglianza, equità nell’accesso alle prestazioni e ai servizi sanitari, come pure della centralità della persona e della globalità della copertura assistenziale.
Orazio Schillaci
Il professor Orazio Schillaci, 56 anni medico, Rettore dell’Ateneo di Tor Vergata dal 2019, è il Ministro della Salute del Governo presieduto dall’on. Giorgia Meloni. È docente ordinario di Medicina nucleare ed è stato Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia della stessa Università. Nel 2020 è stato nominato componente del Comitato scientifico dell’Istituto superiore della Sanità. Ha ricoperto ruoli in numerosi organismi scientifici. È autore di oltre 350 pubblicazioni scientifiche su riviste peer reviewed e membro di numerosi Comitati editoriali di numerose riviste scientifiche internazionali. Ha giurato nelle mani del Presidente della Repubblica il 22 ottobre 2022.