Le App per la salute e il fitness sembrano essere diventate un “must” per chiunque, ma la realtà è diversa: in Europa il 73% delle persone non le ha mai usate, anche se il 63% della popolazione sarebbe disponibile o interessata a sfruttarle in futuro.
Questo almeno è quanto emerge dall’ultimo rapporto “Taking the pulse of eHealth in the EU” di Incisive Health International (società con sede a Bruxelles e Londra e specializzata in ricerca e comunicazione sulla sanità) che nei mesi scorsi ha condotto un sondaggio esclusivo in sette Paesi dell’Unione Europea: Austria, Bulgaria, Estonia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia. E proprio dal nostro Paese arrivano due dati che spiccano in tutta la ricerca.
Tante app sulla salute e il benessere
In primo luogo, dopo la Francia (40%) siamo il Paesi più propenso ad usare App per la salute con il 35% degli intervistati che ha dichiarato di avvalersene, a fronte per esempio del 18% della Germania, del 19% dell’Austria o del 27% della Gran Bretagna. Un numero che, se da una parte dimostra l’elevata digitalizzazione del nostro Paese, dall’altra tradisce anche una certa propensione a fare da sé in campi, come il benessere e la tutela della salute in generale, che necessiterebbero comunque del parere di un esperto: un trend che ricorda, con le dovute proporzioni, l’atteggiamento di chi cerca diagnosi su Internet (con il relativo ed elevato rischio di imbattersi in contenuti “fake”) anziché rivolgersi al proprio medico, tema già affrontato da Assidai anche nell’articolo “Le bufale sulla salute? Ecco come smascherarle”.
Ma poco interesse per la protezione dei dati
L’altro dato di rilievo che emerge dalla ricerca riguarda il fatto che gli italiani sono i meno preoccupati, tra i partner europei presi in considerazione, dal destino che faranno i dati sanitari immessi (per quanto in forma anonima) nelle varie App: soltanto il 13% dei nostri concittadini cita questo elemento come una possibile criticità contro il 15% della Gran Bretagna, il 16% della Francia e addirittura il 39% della Germania e il 41% dell’Austria. In generale, comunque, la maggioranza delle persone che in tutta Europa ha risposto a questa domanda, per la precisione il 71%, ritiene utile a livello sociale potere condividere i propri dati sanitari per realizzare ricerche che contribuiranno al benessere collettivo.
In ogni caso, a livello europeo, il quadro che emerge è chiaro, le App per il benessere e il fitness devono ancora realmente essere recepite dalla popolazione: il 73% degli intervistati non le ha mai usate e i tre quarti degli utilizzatori, il restante 27%, ha meno di 34 anni; in ogni caso la maggior parte di coloro che ricorrono a queste App le utilizza, comunque, soltanto meno di una volta alla settimana. Nel dettaglio, il 13,5% degli utenti le consulta ogni giorno, il 35,5% le apre una volta alla settimana, il 15,5% una volta al mese, il 27% una volta l’anno e l’8,5% ha scaricato almeno una App sulla salute ma non l’ha mai sperimentata. Altro tema cruciale è ovviamente il tipo di App utilizzata: quasi in tutti i Paesi, e in Italia soprattutto, l’obiettivo è quellodi capire come stare in forma e mantenersi sani, monitorando attività fisica e dieta. Nello specifico, il 55% degli italiani usa le App per mantenersi sani, il 50% per controllare il proprio stato di salute, il 30% per conoscersi meglio, il 20% per archiviare i propri dati sanitari e solo il 15% per monitorare una condizione patologica specifica. Un aspetto confortante? A differenza di altri Paesi si scopre che gli italiani usano meno le app per gestire malattie conclamate come ipertensione o diabete: appunto il 15% contro il 25% di Germania e Francia.
C’è un’ultima domanda affrontata dallo studio: che cosa potrebbe spingere le persone ad usare di più le App per benessere e fitness? In questo caso il 31% chiede con forza regolamentazione, trasparenza e controllo mentre il 20% sottolinea che ci sono troppe app a pagamento e il 18% caldeggia un controllo completo sui tempi di stoccaggio dei dati da parte delle aziende che hanno ideato le app stesse.
Insomma, l’universo delle App per la salute si dimostra variegato e con varie sfaccettature e proprio per questo – secondo la ricerca – necessita di un intervento e di una regolamentazione a livello europeo, visto che si tratta pur sempre di argomenti delicati che non possono dunque essere trattati da chiunque e con estrema superficialità.